domenica 28 aprile 2013

un comune IMPEGNO in Comune

Ieri è stato eletto il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e il dato più significativo è la scarsa affluenza alle urne, ha votato solo la metà (50,50%) degli elettori, un crollo rispetto alle politiche di febbraio quando i votanti furono oltre il 77%.
Perché tanto disinteresse?
Il Friuli è una regione a statuto speciale, può fare un sacco di cose che altre regioni non possono, eppure nel momento di decidere che indirizzo dare al loro governo i friulani si astengono.
La causa di questo distacco si spiega solo con l'incapacità di molti cittadini a sentirsi importanti, a credere che si possa cambiare qualcosa con il proprio impegno iniziando con un voto.
Quando si parla di distanza della politica dal paese e dell'incapacità dei partiti a rappresentare le aspettative della gente si deve sempre aver presente che questo non è un caso.
I partiti hanno lavorato in questi anni col solo scopo di preservare e allargare i propri privilegi allontanando dalla gente i centri decisionali e impedire così un vero confronto democratico, dove le idee e i progetti più condivisi vengono realizzati.
La forza dei cittadini è direttamente proporzionale alla loro vicinanza con chi è stato scelto a rappresentarli.
La nostra voce si fa sentire più forte verso un Consiglio Comunale o un Consiglio Regionale che non verso il Parlamento o il Senato, eppure in Friuli 200.000 persone che a febbraio avevano votato ieri si sono astenute.
Sveglia!
Riprendiamo il controllo delle nostre istituzioni locali non disinteressiamoci di quello che succede e decidiamo quello che crediamo più giusto fare, con il nostro voto.
Questo deve essere il nostro comune impegno in Comune!

domenica 21 aprile 2013

Il comune SENSO del Comune

Ieri è stato rieletto Presidente della Repubblica il Presidente in carica, ancora una volta si è agito ai limiti se non fuori dalla carta costituzionale (L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. - art 84 comma 2 costituzione italiana).
Non siamo governati da partiti e uomini politici, ma da traditori della parola data, ladri di speranza, truffatori di proclami elettorali e se per alcuni la cosa può andare bene per la maggior parte di noi sicuramente no.
Le regole dettate dalla costituzione e dal buon senso sono interpretate e adattate da queste persone per continuare a esercitare il loro potere oltre il volere dei cittadini.
Non possiamo lasciarci sopraffare dallo sconforto o, peggio, da un senso di impotenza che altro non ci lasciano se non l'idea di essere inutili.
Tutto quello che sta accadendo  nasce dalla lenta, progressiva ma costante azione di impoverimento dell'unico organo elettivo su cui noi possiamo avere il controllo il Consiglio Comunale.
Il nostro Comune, piccolo o grande che sia, è il luogo dove viviamo, dove spesso lavoriamo, dove i nostri figli iniziano ad andare a scuola, la qualità della nostra vita dipende in buona parte da come sono organizzati.

I Sindaci e i Consiglieri Comunali sono le persone che deleghiamo affinché, nel rispetto dei voleri della maggioranza di noi (quelli che hanno votato), decidano quali servizi sono maggiormente urgenti e creare una scala di priorità.
Senza soldi questo non è possibile!
I nostri Sindaci si sono visti allargare le competenze e contestualmente diminuire le risorse economiche, sempre più spesso non riescono a fornire servizi adeguati per mancanza di fondi.
La sola maniera per uscire da questo incubo è ridare TUTTO il potere impositivo ai Comuni.
Lo Stato e l'Unione Europea devono chiedere e motivare quanto ogni singolo comune, secondo parametri precisi e rigorosi, deve versare per contribuire al loro mantenimento e per esercitare quella mutualità che ne contraddistingue il ruolo.
Più o meno il contrario di ciò che accade oggi.
Un Italia in Comune si avrà solo quando ogni Comune avrà i mezzi per svolgere la propria funzione di servizio ai cittadini, senza dimenticarsi che ogni Comune ha un'Italia in comune!

domenica 7 aprile 2013

Un Italia in Comune

Italia in Comune non  è solo l'ovvia considerazione che questo paese appartiene a tutti noi Italiani, ma vuole anche essere stimolo a considerare come il Comune la realtà amministrativa più vicina a noi cittadini,  deve ritornare ad essere il centro della nostra vita democratica.
Attualmente i Comuni hanno accumulato debiti per pagare i quali devono elemosinare risorse dal governo nazionale che le deve chiedere all'unione europea in un circolo vizioso in cui nessuno è più responsabile di nulla e ogni occasione è buona per aumentare le tasse senza alcun mezzo per noi di poter verificare se quanto richiesto è giusto e veramente destinato allo scopo promesso.
Le Amministrazioni Comunali devono diventare titolari del potere impositivo, sono loro a dover far pagare le tasse e stabilire le eccezioni, devono essere loro a perseguire gli evasori fiscali e distinguere tra chi fa il furbo e chi non riesce per davvero devono essere loro a organizzare i servizi e stabilire le priorità del territorio.
Le regioni e lo stato nazionale godranno di versamenti dai comuni per competenze specifiche.
L'unione europea avrà il ruolo che i cittadini decideranno di assegnarle.
Solo con Sindaci in grado di sapere con che risorse potranno operare si avranno proposte politiche concrete e soprattutto sarà possibile per i cittadini valutare il lavoro svolto durante il mandato.